5 luglio 2015

Romantiche, Magiche, Ortensie

Mi hanno sempre affascinata le ortensie, sanno di giardino d’altri tempi, ombroso, romantico e un po’ decadente, e la loro caratteristica di cambiare colore, dal blu al rosa passando per il viola, le ha rese ai miei occhi di bambina quasi magiche!

La loro strana proprietà dipende, in realtà, dalla natura chimica del terreno: generalmente con un terreno acido la colorazione blu, più o meno intensa, è dovuta al fatto che in un terreno con PH inferiore a 7 l’alluminio è solubile e quindi assorbibile dalle radici, in quello alcalino invece non è solubile e per questo i fiori assumeranno una colorazione vicina al rosa.
Hydrangea Macrophylla ' Perfection'


In commercio si trovano i cosiddetti “azzurranti” a base di solfato di alluminio, da somministrare alle piante in soluzione acquosa seguendo attentamente le dosi riportate: un eccesso di alluminio risulterebbe tossico per le ortensie! Molto dipende comunque dalla varietà: alcune H. serrata e H. macrophylla infatti non assumono mai un colore blu, anche in presenza di alluminio e terreno acido, ma rafforzano invece il rosa, facendolo diventare quasi rosso; solo quelle bianche non cambiano colore!

Devono il loro nome comune ad una donna, probabilmente Ortensia di Nassau, figlia del principe di Nassau appassionato botanico e quello scientifico alla loro preferenza per i luoghi umidi (Hydros= acqua) e alla forma della capsula che contiene i semi delle prime specie scoperte (angeion=vaso).

Originarie del Giappone, vennero introdotte in Europa solo alla fine del ‘800, a causa del periodo di isolamento (sakoku) imposto dallo shogunato agli stranieri.

Il famoso botanico svedese Thunberg le descrisse per primo nel suo Flora Japonica del 1784, ma le scambiò, a causa del loro fiore, per un Viburno, mentre un botanico russo che lavorava per lo Zar, portò a Mosca dal Giappone 400 tipi di piante, tra cui molte Hydrangea, pubblicando la prima monografia scientifica sull’argomento: la Revisio Hydrangearum Asiae Orientalis.

Da allora ogni giardino degno di tale nome non poté non annoverarle tra i propri fiori più preziosi.Oggi sono un po’ meno di moda, ma lentamente vengono riscoperte nei giardini e anche come piante adatte ad abbellire strade e parchi pubblici: ne è un esempio Bolsena, cittadina affacciata sull'omonimo lago, poco lontana da Roma, dove si è scelto di piantare sul lungolago solo ortensie di diverse varietà e dove ogni anno, a fine giugno, si svolge una festa dedicata a questo fiore magnifico (http://www.visitbolsena.it/festa-ortensie-eventi-bolsena.asp).

In Giappone, suo paese d'origine, a giugno diversi festival ne celebrano la bellezza, come quello di Yokoama o il famoso "Katahara Hydrangea Festival" di Gamagori che vanta 50.000 piante di più di 20 generi, ammirate da oltre 80.000 visitatori ogni anno (http://www.katahara-spa.jp/).
Katahara Hydrangea Festival da japan travel Nagoya
E nelle Azzore c’è un’i
sola, Faial, conosciuta come l’”isola blu” la Ilha das Flores fu battezzata “isola dei fiori” dai primi navigatori che ne avvistarono le coste ricoperte di ortensie, che ancora oggi vengono usate per delimitare strade e campi coltivati.

Ma non sono solo belle: in Giappone (e anche in Corea) con le dolci foglie di una particolare specie di ortensia di montagna (Hydrangea serrata o yama ajisai) viene preparato un usato soprattutto durante la cerimonia che celebra il compleanno di Buddha e l’Hana Matsuri, la festa dei fiori (chiamato Ama-cha, il tè dolce), e che nel passato veniva utilizzato anche come inchiostro dai poteri magici per scrivere formule segrete e tenere lontani dalla casa gli animali pericolosi...attenzione però, non si può preparare con le ortensie che abbiamo in giardino, perché se ingerite possono risultare tossiche!

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