21 giugno 2015

TERRENI & TERRICCI

Leggendo un libro interessantissimo (“Il vero giardiniere coltiva il terreno” di Massimo de Vico Fallani), mi sono resa conto di quanto sia importante conoscere le tecniche di coltivazione, soprattutto quelle tradizionali dei vecchi testi agrari ancora in uso nelle scuole durante il secolo scorso.

Sembra una considerazione banale, ma nella scelta di cosa piantare in giardino è fondamentale conoscere bene il terreno, primo responsabile della salute delle piante.



Un parametro fondamentale è il PH del suolo o potenziale idrogeno, che esprime la concentrazione di ioni H+ e  viene calcolato su una scala che va da 1 a 14: il valore 7 è NEUTRO, da 1 a 6 è ACIDO, da 8 a 14 ALCALINO (o basico). I valori vicini al 7 sono i migliori perché sono tollerati dalla maggior parte delle piante.
L’esame del PH può essere fatto in laboratorio, e darà indicazioni precise sulla composizione (percentuali di azoto, fosforo, potassio e altri tipi di minerali come calcio, manganese, zolfo) oppure, meno preciso ma molto più economico, con un semplice kit in vendita nei garden center o con una cartina al tornasole che si colorerà di verde a pH neutro, rosso in ambiente acido e blu in ambiente basico.

Per capire il Ph si può fare anche una prova empirica, facendo cadere su di un po’ di terra asciutta qualche goccia di limone o aceto: se diventa effervescente allora il terreno sarà alcalino, dato che il calcare reagisce con l’acido sviluppando anidride carbonica!

Un altro indicatore fondamentale sono le piante che crescono spontaneamente sul terreno: se abbondano ginestre, piantaggine, timo, lupinella e leguminose in genere, e alberi come querce e cipressi ci troviamo in un terreno alcalino;  se troviamo invece erica, mirtilli, equiseti, con faggi e abeti allora il terreno sarà  tendente all'acido, a prevalenza silicea, perfetto per azalee, rododendri, camelie, gardenie e tutte le acidofile.

Il trifoglio giallo e l’acetosella crescono quando il terreno è sabbioso, mentre in terreni umidi e argillosi cresce l’equiseto e la piantaggine...

Per farsi una prima idea sulle caratteristiche fisiche del terreno, basta prendere un pugno di terra in mano e manipolarlo: se si lascia modellare e ha una consistenza collosa, allora il terreno sarà argilloso, se invece tende a sbriciolarsi sarà sciolto, di natura torbosa o sabbiosa.

Per coltivare piante che hanno esigenze diverse dalle caratteristiche naturali del terreno (o per le piante in vaso, più vulnerabili e dipendenti da noi) si dovrà ricorrere all'uso dei terricci, che possono in parte correggere il terreno di partenza, almeno nello strato superficiale.

Da non confondere con quelli già pronti venduti nei garden centre (terriccio per acidofile, orchidee, agrumi, succulente, bonsai ecc…) i terricci sono impasti artificiali ottenuti partendo da materiale organico, che insieme a terra vegetale e letame diventano “terricciati”.

Tra i più usati ci sono quello di:

BOSCO ( di latifoglie e non di conifere, ricco di resine sempre adatte a tutte le piante), con ph quasi neutro, prodotto dalla macerazione di foglie, rami, cortecce, che cadendo formano con il terreno un impasto soffice e molto ricco.

FOGLIE composto da foglie raccolte e accumulate dal giardiniere, che si occupa di innaffiare e rivoltarle finché saranno decomposte (le foglie a lenta decomposizione come quelle del faggio sono le più adatte).

ERICA o di BRUGHIERA, ha colore bruno, è leggero e quasi untuoso,è molto acido, ma povero di sostanze organiche, ideale per le acidofile.
brughiera da naturamediterraneo.com

CASTAGNO è color ruggine, si trova nei boschi di castagno soprattutto dopo il taglio, ben macerato è molto leggero e permeabile, se rimangono dei pezzetti troppo grossi (detti zéccoli) vuol dire che ha bisogno di maturare ancora.

TORBA non è proprio un terriccio, ma piuttosto un ammendante, utile per migliorare le qualità fisiche e organolettiche del terreno, deriva dalla decomposizione di piante che vivono negli acquitrini: quella bionda deriva dallo sfagno, quella scura soprattutto da carex e phagmites. Ha un alto grado di ritenzione idrica ed è molto, molto acida.

TERRA DA SVASATURA composta dalla terra impoverita di sostanze che, quando rinvasiamo, non va buttata via, ma ricaricata di sostanze fertilizzanti e riutilizzata!

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