4 novembre 2014

Ninfa, un Giardino Romantico

 
A poco più di un’ora da Roma, verso sud, sorge uno dei giardini più belli d’Italia.

Voluto da Gelasio e Ada Caetani e poi curato da Marguerite Chapin, appassionata di giardini all’inglese e da Lelia Caetani, sede di svago e ozio per la loro famiglia, è oggi di proprietà della fondazione Caetani, che lo ha aperto al pubblico.



Ninfa occupa e prende il nome da una città romana che in epoca medievale ebbe un grande sviluppo grazie alla sua posizione ai piedi dei monti Lepini, accanto alla strada pedemontana che li costeggia, in una zona dove, fino a pochi decenni fa, tutto era ricoperto da paludi pericolose e inospitali.


Testimoni dell’importanza passata della città medievale, proprietà dei Frangipane, poi dei Colonna e infine dei Caetani, sono le sue mura perimetrali che si snodano per diversi chilometri e le chiese, ben quattordici,  delle quali è disseminata, oltre a ponti, mulini e persino un castello. Gregorovius nelle 'Passeggiate romane' definisce Ninfa 'la Pompei del Medioevo' o anche 'città dei sogni'. 

È questa città in rovina che rende tutto così unico e romantico. Le piante sembrano aver preso il posto degli abitanti e delle loro abitazioni, mentre sui muri diroccati si arrampicano glicini, clematis, ortensie e gelsomini e il boschetto di bambù (Pseudosasa japonica ) ondeggia al vento. 
 
L’anima del giardino è un fiume limpido e freddo di acqua purissima, il Ninfa, alimentato dalle sorgenti dei monti Lepini, che crea un microclima unico e delicato e sulle cui sponde prosperano le gigantesche foglie di Gunnera manicata, originaria del Brasile.


 
Nella cura del giardino sono banditi i preparati chimici, vengono usati solo rimedi naturali: macerati di ortica, propoli, calce, equiseto che insieme alla presenza di uccelli insettivori e coccinelle garantiscono la salute di questa oasi. 

Su di un impianto di macchia autoctona, negli anni sono state piantate numerose specie esotiche, tra quelle più particolari, che forse oggi non destano stupore ma quando furono piantate costituivano vere e proprie rarità, ci sono una Skimmia japonica Foremanii,  un bellissimo Cedro dell’Atlante, originario del Nord Africa che ospita diversi esemplari di Tillandsia aeranthos, una Mahonia Lomariifolia, un Cotinus coggygria, detto albero della nebbia, una Erythrina crista-galli dalle incredibili infiorescenze rosso rubino che somigliano davvero alla cresta di un gallo e un pioppo che ha raggiunto i 7 metri di circonferenza.




Ninfa è unica e irripetibile, un vero gioiello!
 
...peccato per la fila interminabile alla biglietteria, per quella altrettanto fastidiosa all’entrata, per la visita guidata non sempre all’altezza (per me che amo perdermi e ascoltare i suoni della natura) e per il prezzo un po’ esagerato per appena un’ora scarsa di visita, il tutto nascosto dietro a quella che sembra una scusa "di voler preservare l’ecosistema del luogo"...
Non sarebbe meglio allora poter entrare solo su prenotazione, con visite più lunghe, magari anche più costose, ma meno affollate e quindi davvero più rispettose di un ecosistema che merita ogni cura?

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