L’art des jardins risale agli anni '50, eppure non ha
perso nulla della sua freschezza e attualità.
La versione italiana nasce quasi per caso quando la traduttrice, Marina Magi, reduce da una tesi di laurea sul Parco dell’Appia Antica per la quale ha consultato Les jardins romain. Essais sur le naturalisme romain dello stesso autore, lo scopre consultando una bibliografia e decide di incontrare Grimal, a Roma per una serie di conferenze al Centre Saint-Louis.
La versione italiana nasce quasi per caso quando la traduttrice, Marina Magi, reduce da una tesi di laurea sul Parco dell’Appia Antica per la quale ha consultato Les jardins romain. Essais sur le naturalisme romain dello stesso autore, lo scopre consultando una bibliografia e decide di incontrare Grimal, a Roma per una serie di conferenze al Centre Saint-Louis.
Incontra una persona affabile e disponibile e… voilà, eccolo finalmente in italiano a più di 30 anni dalla sua pubblicazione in lingua originale!
La cosa che colpisce è che l’autore, non essendo uno storico dell’arte o un architetto, ma un filologo, un archeologo, un erudito, ha un approccio diverso, non racconta la storia dei giardini, ma ce la fa vivere e desiderare di conoscere, ci fornisce una serie di stimoli, di collegamenti tra le diverse epoche e ci induce a riflettere.
La lettura è veloce, appagante, ogni capitolo racchiude la promessa di qualcos'altro e fa venire voglia di approfondire: proprio quello che cerco in un libro! Inizia raccontando dei giardini dell’antichità, i primi che nacquero in mezzo ai deserti, in Mesopotamia, per poi descrivere il più famoso di tutti i tempi, i leggendari giardini pensili di Semiramide a Babilonia, una delle meraviglie del mondo antico.
Narra dei giardini egiziani, racchiusi da recinti come quelli medievali, dei giardini greci e romani, dapprima boschetti sacri e ninfei, poi quelli di Pompei e Ostia Antica, più simili all'idea che ancora oggi abbiamo del giardino e che influenzeranno profondamente la futura arte dei giardini.
E poi il giardino del Rinascimento, un sogno raccontato da Francesco Colonna nel suo Polifilo che diventerà reale con Bramante, in Vaticano; passando per il giardino barocco con i suoi giochi d’acqua, che sfocerà nel giardino alla francese di Versailles, senza dimenticare il pittoresco all'inglese e i giardini di Cina e Giappone.
Un libro agile, ma completo, da consigliare vivamente a chi sa poco e vuole iniziare, ma anche a chi ha voglia di continuare a indagare sull'affascinante mondo del giardino. Insomma, un piccolo grande classico da leggere e rileggere.
Anche questo mi sembra un ottimo consiglio . Già visto in libreria, ho titubato, ora andrò spedita. Grazie Barbi Na
RispondiEliminaGrazie La Laura! Sempre contenta di essere utile!!
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